mercoledì 25 aprile 2007

Queste cose fanno male

Eh sì! Aggiungo questa nota sperando che possa essere utile a premunirsi contro certi fattacci. L’ultima volta che sono andato alla scuola guida mi hanno detto che mi avrebbero comunicato la data dell’esame. Fiducioso, ma non troppo ho lasciato fare. Mi sono detto, ecco ora cominceranno a fare storie. Già, non hanno fatto un granché ed in più ci sarà la sorpresa. Solo per il dovere di cronaca, mi hanno sbagliato i dati sul foglio rosa e mi ero ripresentato per farli cambiare. “Nessun problema, domani te li faccio cambiare.” – mi aveva assicurato il signore qualche settimana prima. E’ scocciante dover verificare il lavoro altrui, ma così e successo. E io pago.

In ogni caso il punto non è questo. Sono passati un po’ di giorni e non mi hanno ancora comunicato la data dell’esame di guida. Eh sì, perché ora sono molto più a mio agio sulle due ruote. Esco dall’ufficio e mi dirigo, come sempre in bici, verso la scuola guida. Arrivo davanti all’ingresso. Scendo dalla bici. Giù il cavalletto. Chiudo la catena con il lucchetto. Entro. “Buona sera!” - dico al signore paffutello dietro al bancone. “Buona sera! Di cosa ha bisogno?” – mi rivolge la parola. “Vorrei sapere la data dell’esame di guida.” - gli spiego. Lo sguardo del signore fa un rapido movimento da destra a sinistra in modo del tutto incondizionato.

Ecco, ci siamo penso tra me e me. Intuisco un inghippo. “Non posso fare gli esami di guida per tutto maggio” – mi informa con fare tra disinteressato e timoroso. La mia giugulare si gonfia in un istante, ma mi controllo. “Come sarebbe a dire! Io sono pronto per fare l’esame. Un mese che aspetto e lei mi dice prima ancora che finisca questo mese che il mese prossimo non ha nemmeno una data? Sta scherzando?” – gli replico cercando di controllare il disappunto. “Ha ragione, ma ho disdetto al consorzio che mi gestiva le guide e non mi ha confermato l’autorizzazione per gli esami di maggio.” – cerca di spiegarmi.

“Non mi interessa che cosa le è successo. Quello che mi importa che non ha tutelato i miei interessi. E mi aveva informato che l’esame si poteva sostenere dopo un mese dal rilascio del foglio rosa.” – replico sull’arrabbiato andante. La cosa che mi fa andare su di giri è la non curanza con la quale molti espongono un loro problema per giustificare il tuo. Non mi interessa proprio, io pago il tuo servizio non i tuoi problemi! “Faccia il bravo mi dice.” – cercando di raccontarmi nuovamente la stessa storia del consorzio che lo ha messo in crisi. “Tanto a lei cosa cambia?” – mi dice. #@#@#@#!!! Perché ti devo spiegare i fatti miei?

C’è un po’ di gente ed il mio tono è piuttosto polemico quindi visto il tempo a disposizione, minimo ancora un mese, decido di proseguire la discussione in seguito. “Se non riesce a farmi fare l’esame come mi ha promesso vorrà dire che mi verrà in contro in altro modo” – dico lasciando intuire la mia disponibilità a vedere uno sconto sulla tariffa. Del resto l’unica cosa che mi ha offerto per il mese di attesa è un bel niente. “Ne dobbiamo riparlare” – mi dice avviandosi verso le persone che devono cominciare una lezione di teoria.

Morale della favola? Le due settimane di probabile slittamento preventivate, sono diventate un mese abbondante. Un fuori programma davvero spiacevole. Con il bel tempo che fa in queste settimane è un delitto ritardare l’esame di guida! Purtroppo non ho nessun consiglio da dare su come sia possibile premunirsi contro un’evenienza del genere. Immagino con un contratto ad hoc che garantisca già la data di esame entro un tempo massimo. Vi auguro vivamente di schivare questa esperienza!

domenica 22 aprile 2007

I consigli di Max

Signore e signori, sono a mille! Mi presento a fare la seconda guida e trovo un nuovo istruttore, Max. “Sembra un tipo tranquillo” - mi dico. “Vista l’ora di tempo che abbiamo a disposizione, possiamo provare un po’ di esercizi. Mettiti il casco, ma non i guanti che ti tolgono sensibilità.” – mi avvisa. “La moto è sul cavalletto con il manubrio girato a sinistra. Lo sterzo non è bloccato. Per salire in sella devi girare il manubrio verso destra, alzare la gamba destra piegando bene il ginocchio e scavalcare il sellino con la gamba piegata.” – comincia così la seconda lezione.

“Visto, è facile!” – prosegue Max. “Posiziona la chiave su On, togli il cavalletto e metti in folle. Se dalla prima marcia fai fatica a mettere la folle, allora metti la seconda marcia e poi dai un leggero colpetto verso il basso. La guida dell’auto fa sì che schiacciando i pedali il piede sia più sensibile a questo movimento. Per questo ti faccio mettere la seconda, la folle risulta a scendere. Premi il pulsante start vicino all’acceleratore.” – mi spiega con fare metodico.

Provare per credere gente! “Ora, gira in ovale nel cortile in senso orario. Ricordati che questa moto è più pesante della prima che hai guidato e se chiudi lo sterzo (arrivi con lo sterzo a fondo corsa) tende ad andare giù!” – mi allerta. Parto e comincio a girare con un fare da pivellino, non riesco mai a trovare la giusta misura, devo sempre correggere, metto giù il piede una volta si e l’altra pure. In parole povere, non sono capace. Max mi ferma e io mi metto il cuore in pace e sono tutto orecchie, tanto so già che mi trita.

“Metti in folle e lascia la frizione. Primo. Mai la mano sul freno anteriore, tieni saldo l’acceleratore. Quando ti dico fermati, guai a te se usi l’anteriore per fermarti. Usa il freno a pedale. Seconda cosa. Quando parti fallo con entrambi i piedi giù, ti servono per mantenere l’equilibrio prima di acquistare quel minimo di velocità che ti aiuta.” – mi dice dopo solo due giri.

Io dico, va bene, sono qui per imparare. Mi fa ripartire. Faccio un giro e mi ferma. “Non toccare il freno anteriore!” – mi fa subito l’osservazione. “Adesso stai girando a vuoto, ora ti metto i birilli per limitarti nella sterzata. Li metto solo da una parte del cortile. Dai, vediamo!” – aggiunge nuovamente.

Comincio e la prima curva il piede è giù. Mi ferma. “Bravo, hai visto che hai imparato a frenare con il pedale!” – osserva prontamente. “Fammi vedere come tieni i piedi sulle pedane mentre guidi. Non va bene. Appoggia bene i talloni sulle pedane. Adesso ruota il piede all’esterno aprendo la gamba. Ecco, questo movimento lo devi fare quando entri nella curva. Quando vai normalmente, i piedi sono dritti ed appoggiati sui talloni. Le punte dei piedi in avanti, non giù! Quando sterzi, porta le punte dei piedi e le gambe fuori, facendo perno con il tallone sulla pedana. Riprova!” – mi aggiusta nuovamente. Un po’ come fa un equilibrista con l’asta, solo che qui l’asta stessa sono le gambe divaricate. Seguo il consiglio. Faccio la prima curva. Non è il massimo. Mi devo coordinare un po’. La seconda, un po’ meglio, la terza mi sento più sicuro.

“Ecco adesso, vai meglio. Lo vedi che adesso è più facile?” – mi incoraggia. Infatti, mi sento già meno imbranato di qualche minuto prima. Max mi comincia a piacere, vede i difetti della mia guida, mi corregge senza sconti e miglioro subito. Dopo qualche giro mi ferma. “Metti in folle. Spegni il motore. Hai fatto una cosa gravissima, che non voglio vedere!” – mi rimprovera con fare deciso.

“Lo vedi quel birillo? Adesso guarda il birillo e dimmi se vedi il cartello distante 6-7 metri dietro il birillo, quello grande un po’ sulla sinistra. Si? Ok! Vedi anche se ci sono scritte sul cartello? No? Ah ecco! Adesso guarda il birillo in fianco al cartello, quello a un paio di metri. Lo vedi meglio il cartello. Si? Vedi anche se ha delle scritte. Sì? Ecco io chiamo questo sicurezza. Se non vedi dove vai non sei in sicurezza.” – conclude la spiegazione.

In poche parole mi ha fatto capire a grandi linee il mio campo visivo e che è vietato guidare la moto al di fuori di esso! Sembra scontato, ma per me non lo è stato affatto. Per la paura di prendere il muro vicino al birillo ho tenuto lo sguardo sul birillo, ormai in fianco alla moto, invece di guardare in avanti. Gravissimo! Davanti a me poteva esserci qualsiasi cosa, ci andavo a sbattere al 100%. Osservata anche questa, prosegue la lezione.

“Adesso continua a girare. Tieni lo sguardo sulla strada che devi fare! Prendi prima la misura e poi vai avanti con lo sguardo.” – continua a martellare Max. Ha ragione da vendere. Dopo qualche giro mi ferma. “Hai visto come riesci a farle strette le curve? Vai benone perché ascolti i consigli, stai imparando in fretta! Hai visto che sei anche più sicuro? E’ perché guardi in avanti! Ricordati che viaggiare in sicurezza è avere occhi sulla strada che devi fare!” – mi incoraggia.

“E’ arrivato il momento di cambiare il verso di percorrenza. I prossimi giri li devi fare in senso antiorario. Ti spiego. Ora interviene un nuovo fattore: la frizione. Svoltando a sinistra il manubrio porta la frizione vicino al busto. Tu che sei alto, probabilmente risentirai un po’ di questa cosa. Adesso fai un paio di giri e poi vediamo.” – mi introduce subito Max.

E’ già una quarantina di minuti che giro e la mano sinistra è un po’ affaticata. Faccio il primo giro e non riesco ad impostare la curva, la moto singhiozza perché ho finito il mana (potere magico) nella mano sinistra e non riesco ad avere la necessaria sensibilità, il tutto accentuato anche dalla posizione della frizione in curva.. Mi ferma. “Metti in folle. Fammi sentire la mano! Hai la mano sinistra bollente, ci butti un uovo e fai la frittata. Mi sorride! Aspettiamo un attimo che si riposa. Batti un po’ le mani tra di loro. Distendi le dita.” – mi dice.

“Ok, visto che fai un po’ fatica ti spiego un piccolo accorgimento. Il trucco sta nel mantenere un certo angolo tra l’avambraccio ed il braccio. Adesso che hai il manubrio dritto hai un certo angolo. Se sterzi verso sinistra cambi l’angolo tra l’avambraccio ed il braccio di sinistra. Per conservare questo angolo e possibile ruotare leggermente il busto spostandolo un po’ a destra assecondando lo spostamento che deve essere fatto dal manubrio. Se il busto si sposta insieme alle braccia l’angolo non cambia di molto e la frizione è più facile da controllare.” – mi illumina un’altra volta.

Riparto e cerco di tenere la frizione come meglio posso. Strappa un po’. Mi ferma di nuovo, “Metti in folle e molla la frizione. Riposa ancora un momento. Hai un giocattolo antistress? No? Prima di andare via fatti dare il nostro portachiavi in gomma piuma. Devi fare un esercizio tutti i giorni che non hai le guide. Prendi il portachiavi e gli dai un po’ di strette con la mano sinistra per una decina di minuti. Fallo quando hai un momento. Non farlo il giorno delle guide, altrimenti arrivi stanco e non riusciamo a fare niente!” – aggiunge nuovamente.

Riparto e la moto strappa di meno. Ma seguendo la postura, il piede fuori, busto ruotato. Mi sento rigido e faccio la cazzata. Non guardo dove vado! Mi ferma e mi guarda. Ho capito. Devo guardare la strada. “Rilassati e guida, non importa se metti giù il piede voglio vedere che fai le curve a sinistra senza strappare.” – mi rassicura un’altra volta. Infatti, qualcosina riesco a fare, ma ora mi è veramente difficile tenere la frizione. Sento che sono stanco.

Ci accontentiamo entrambi dei risultati e mi fa parcheggiare la moto. “Fermati, metti in folle, tira fuori il cavalletto. Ruota il manubrio a sinistra, chiave sulla posizione off e scendi piegando la gamba come quando eri salito.” – conclude Max. Ci salutiamo con la stretta di mano che fa clap quando si uniscono i palmi della mani, per subito dopo ruotare nella classica posizione delle strette a braccio proteso con la pinzata finale.

Questa lezione mi ha veramente divertito. Sono riuscito a correggere alcuni errori nella mia guida all’interno degli spazi ristretti. Ho ancora molto da imparare, ma sono contento di aver trovato un istruttore che mi insegni la via. Che spettacolooooo!!!

giovedì 19 aprile 2007

40 minuti di moto

Eccomi qui. Casco nuovo, nero. Guanti nuovi, neri anche quelli. Mi vien da ridere! No, non è stato lui ad influenzarmi. Se il racconto lo avete letto dall’inizio avete ben capito, altrimenti non ha importanza. Comunque sia, mi presento all’autonoleggio che effettua le lezioni di guida. La prima guida dura 40 minuti! Il posto pare che abbia un circuito dove poter effettuare tutte le prove dell’esame di guida, guida su strada esclusa. Prima ancora di capire come si fa penso già all’otto, alla frenata controllata, allo zig-zag tra i birilli ed al tunnel di birilli che simula un passaggio stretto. Sarà facile?

Effettuo il pagamento e la ragazza dietro al bancone, nei locali riservati agli uffici, mi spiega gentilmente dove si trova il circuito con tutto il necessario. Il tutto il necessario in realtà è un foglietto che mi consegna in mano. C’è scritto l’orario di inizio e fine guida, se è la prima guida e la moto da usare. Visto che è la prima guida sarà l’istruttore a dirmi quale moto usare.

Attraverso un ampio cortile fino alla porta rossa che si trova proprio in fondo come mi ha detto la ragazza. Provo a ad aprirla ma è chiusa a chiave. Aspetto. Sopra di me c’è un ampio tetto verde fatto con un tessuto impermeabile, il quale è teso ad arte su un telaio di acciaio zincato. Che soluzione geniale! E’ una tettoia per il lavaggio delle auto. Aspetto che la porta rossa si apra come mi hanno spiegato. Mentre aspetto sento il borbottare di un motore di moto. E’ chiaro, stanno facendo una lezione di guida.

La mia guida è alle 18:20, sono già le 18:30. Lo stato d’animo è indefinito. La voglia di scoprire è tanta. Finalmente si apre la porta. Escono due persone che salutano l’istruttore e quindi tocca a me. “Ciao mi chiamo Luca. Hai mai guidato una moto?” – mi rivolge la parola un ragazzo sopra i vent anni. “Qualcosa ho provato, ma mai una moto di grossa cilindrata. In realtà o provato qualche giretto nel parcheggio con una 850, però nulla di più.” – rispondo io.

“Ok, visto che non conosco le tue abilità questa guida la facciamo con una moto piccolina. Se va bene la prossima volta guiderai quella un po’ più pesante.” – mi informa indicandomi un Transalp parcheggiato lì a due passi. C’è qualcosa che non mi torna. Il circuito dov’è? Mi trovo all’interno di un mini cortile di un condominio. Lungo forse al massimo 20 metri e largo dieci scarsi. La forma del cortile è a b. La stanghetta in alto della b è abbastanza corta ed è lì che si trova la porta di ingresso. Cominciamo bene mi dico!

“Accendiamo sempre la moto quando è in folle. Per mettere in folle si scala dando colpetti verso il basso finché la leva non si ferma. Poi un leggero movimento verso l’alto e sei in folle.” – mi spiega Luca. Il cambio non fa bizze e lo metto in folle. Accendo la moto con il pulsante Start. La chiave di accensione era già in posizione On. Via il cavalletto. “Comincia a fare qualche giro nel senso orario poi invertiamo. Non usare l’acceleratore, dovrebbe bastare la frizione. Se proprio vedi che non ti porta tieni l’acceleratore appena aperto. Non dare colpi di acceleratore, tienilo sempre a giri costanti. Per fare l’otto e le curve non devi mai chiudere lo sterzo e non frenare mai con l’anteriore!” – mi istruisce pazientemente.

Rilascio la frizione controllandola e la moto parte lentamente. Faccio pochi metri ed il cortile è già finito. Svolto facendo una faticaccia turca. La moto si scompone, devo correggere di continuo. Attento a non chiudere lo sterzo, attento al muro, occhio al freno. Un altro muro. Questa cima della stanghetta della b è una curva da assassini fatta di tre muri. Sembra di entrare in una scatola. Entri e hai il muro davanti, sterzi e ne hai un altro.

Mi faccio pena, sto facendo una faticaccia boia a rimanere in equilibrio in curva, il piede interno e sempre lì che cerca l’appoggio. La moto è piccolina e mi sento impacciato. Non trovo la posizione corretta. Spingo con le punte dei piedi sulle pedane e non mi trovo. Un delirio! “Non buttare giù la moto in curva. Stai dritto. Non appoggiare le punte sulle pedante, mettici il piede.” – si fa sentire l’istruttore. “Cambiamo, ora prova a fare un otto.” – rilancia nuovamente. Facevo fatica a fare le curve normalmente figuriamoci cambiare la direzione all’interno di un otto. Infatti, la situazione non migliora di molto anche se riesco a mettere a segno qualche buon giro.

Il mio stile di guida trasuda una disarmante insicurezza. Cerco di convincermi nel rimanere concentrato e di finire la prova. Infondo è solo la prima guida. Cosa vuoi pretendere? I minuti finiscono in fretta. Appena in tempo per il mio braccino sinistro che ha cominciato a dare segni di cedimento. La frizione non sta più nella mano e la moto borbotta infastidita scalciando di tanto in tanto. “Va bene. Hai da perfezionare alcune cose, ma l’equilibrio c’è. La prossima volta cambiamo moto che questa è piccolina per te.” – mi dice prima che ci salutiamo.

Cosa ne penso? Non saprei. Diciamo che il cortile piccolino è stata una sorpresa, ma sono quasi convinto che se impari lì, altrove sarà una pacchia. Certo, mi sarei aspettato di meglio da me stesso, però è stato solo un piccolo passo. E mi capisco, ogni curva era un muro. Se mi scappa la frizione cozzo contro. Se allargo un zic di più, tocco con il manubrio. L’esperienza claustrofobica ha sicuramente condizionato la mia scarsa capacità di guida. Come andrà a finire? Non lo so! Nel frattempo vado a prenotare la guida successiva! Evvai!

martedì 17 aprile 2007

Le scuole guida

E’ innegabile che l’anima del commercio fa fluttuare i prezzi in funzione della domanda e dell’offerta. Per ovvie ragioni lo stesso accade anche per le scuole guida, che cercano di arraffarsi il cliente, ma mal volentieri fanno sconti. Visto che ho del tempo da dedicare, mi faccio fare qualche preventivo dalle scuole guida che si trovano nella mia zona. Per me vince sempre il miglior offerente a parità di condizioni.

La patente A3 per la scuola guida comporta alcuni oneri: richiesta del foglio rosa, richiesta dell’esame di conseguimento della patente, accompagnamento dell’esaminatore durante la prova di guida su strada. In via opzionale fornisce un medico per la visita oculistica ed indica un servizio di noleggio moto che verrà utilizzato sia per le prove di guida sia per il noleggio della moto per l’esame.

Tutto sommato ogni scuola guida offre le stesse cose. Il vantaggio pratico che ho individuato sta nel costo delle guide. Quindi, al di là del minor costo per le pratiche burocratiche, è da valutare il vantaggio di avere le guide a minor prezzo. A dire il vero ho anche valutato la mia inesperienza che sicuramente mi comporterà qualche guida in più rispetto a chiunque guidi già una motocicletta. A titolo informativo i prezzi di conseguimento patente oscillano: tra i 300 e i 420 euro circa incluso il noleggio della moto per l’esame, sto parlando di una metropoli, ai quali si aggiungono i prezzi di noleggio moto per le guide che oscilla tra i 30 e i 40 Euro/Ora.

Diciamo che per gli inesperti si può tranquillamente ipotizzare un numero di guide compreso tra 6 e 8. Non male eh? La spesa dicevo! Prendete le cifre con le pinze perché riguardano le scuole non troppo lontane da dove abito. Può darsi che in alcuni punti della stessa città ci sia maggior concorrenza di prezzi.

Diciamo che rispetto agli attuali quarantenni, che non hanno l’obbligo di conseguimento della patente A3, il nuovo ricambio generazionale ha una spesuccia in più. In realtà, se vi capita un buon istruttore, sono soldi spesi più che bene. Un istruttore degno di tale titolo farà capire subito i nostri errori e ci potrà insegnare qualche accorgimento interessante.

Così, dopo aver valutato le offerte di tre scuole, mi presento di sera in una di queste. Dall’aspetto modesto, che già entrando ti fa capire che non sei un portafogli che deve essere alleggerito. Potrà benissimo curare le mie pratiche ed io penserò soltanto all’esame ed alle guide.

“Buona sera!” – io. “Ha bisogno” – mi risponde un signore non molto alto sulla cinquantina da in fondo all’aula, la quale fa tutt’uno con l’ingresso e la reception della scuola guida. “Si” – rispondo io. Ci sono almeno venti persone sedute che hanno appena cominciato la lezione. Ma che fortuna! Non potevo scegliere un momento migliore? In realtà no, sono già due giorni che mi affaccio e vedo sempre un sacco di gente in coda qui dentro. Questa volta mi iscrivo!

“Di cosa ha bisogno?” – il signore piccolo e paffutello insiste da lontano. Ehm mi sento un po’ imbarazzato dalla conversazione che a questo punto ha coinvolto tutti. “Deve fare la patente?” – martella nuovamente la voce da in fondo all’aula, accompagnata da un sorriso. “Sì” – rispondo di nuovo. Non mi va proprio di condividerlo con tutti, ma ormai la situazione ha assunto dei connotati simpatici e c’è un leggero brusio che accompagna il nostro scambio di frasi.

“Può aspettare un momento?” – prosegue mentre cerca di proiettare sul telo bianco in fondo all’aula un filmato di primo soccorso. “Quanto ci vorra?” – chiedo. “Bah, un oretta?” – mi risponde tra serio e faceto. A questo punto mi viene proprio da ridere. Ed infatti parte la mia risata accompagnata dall’aula che ormai è diventata parte del teatrino. Il signore a questo punto ha capito che voglio parlare a quattrocchi e si porta verso di me con passo deciso.

“Che patente vuole fare” – mitraglia dalla bocca. “La A3. Ho parlato con la ragazza che lavora qui la settimana scorsa e mi ha già chiarito i prezzi e le procedure.” – gli rispondo.

“Ha il codice fiscale, carta d’identità e la patente?” – continua a chiedermi. Estraggo i documenti dei quali viene prontamente fatta la fotocopia. Mi gira un blocco con il modulo di iscrizione e mi dice - “Firma qui che a compilare ci penso io”. Controllo che c’è scritto. “Dai firma” - mi dice. “Vorrei vedere cosa firmo” – rispondo un po’ seccato per la fretta che mi mette. Sicuro che non c’è trucco ne inganno firmo e lascio l’acconto.

“Mi fa la ricevuta di acconto?” – chiedo con un sorriso. “Certo” - risponde il volpone ricambiando il sorriso. “Ecco fatto! Domani sera se passa di qua c’è già il foglio rosa provvisorio. Buona sera.” – conclude prima di congedarsi e riprendere la lezione. Ricambio il saluto e torno a casa soddisfatto. Ho aggiunto un altro anello alla catena degli eventi che mi sta spingendo in sella ad una moto. Sono proprio contento, domani ho già il foglio rosa!

domenica 15 aprile 2007

La moto nuova

Allora, diciamo il vero. Qualcuno mi ha buttato la pulce nell’orecchio. "Ma prendila nuova sta moto" – un amico. Ok, mi costerà un po’ di più, ma non sono tanto convinto. Se non mi piace guidarla? Lo stesso amico, quello del casco nero per intenderci, ha una TDM 850. "Appena abbiamo un momento ti faccio provare l’850" - mi dice. Beh signori, è una bella moto. Si, si il cambio non è il massimo lo sanno tutti, ma non si va in pista con una moto così! E’ da goduria del passeggio, da spostamento rapido e sicuro. E poi, a detta del proprietario, tra le curve c’è da divertirsi.

Com’è, come non è, me la prendo nuova! Sicuramente l’incognita dell’usato ha avuto i suo peso. Preferisco essere sicuro dell’acquisto ed avere un po’ di garanzia. Da li a poco mi presento in una concessionaria Yamaha. “Buongiorno, sto cercando una TDM 900” – dico a chi mi accoglie. “Prego si accomodi.” – mi risponde il venditore. In realtà non c’è stato moltissimo da dire. La moto ormai l’ho vista in tutte le salse sul web e mi interessava l’offerta. Non abbiamo perso tempo e mi ha fatto un bel rilancio di prezzo. Un prezzaccio! Veramente competitivo. Bella lì dico io! Mi metto l’offerta in tasca e me ne torno a casa con un sorriso stampato sul viso. La concessionaria è a due passi da casa. Al massimo ci voglio due settimane per la consegna, il prezzo è chiavi in mano.

Cosa posso desiderare di più? Ve lo dico io. Avere la patente A3!

giovedì 12 aprile 2007

La pellaccia costa cara

Guidare la moto deve essere una bella sensazione. Scivolare con la moto lo deve essere molto di meno. E’ chiaro che statisticamente la probabilità di cadere, anche da fermi, è elevata. Il più delle volte si ha in mano una furia di metallo di almeno 200 kg. Basta inclinarla un po’ troppo o mettere il piede su una superficie scivolosa ed il gioco è fatto.

Accidenti #$@#@ la moto è per terra! Nella migliore delle ipotesi cade solo la moto. E quando cadiamo noi? Bhe, non vorrei di certo sentire il rumore del mio gomito sull’asfalto. Preferisco spendere e spandere ed almeno evitare l’evitabile. Mi vengono i brividi vedere gente che guida senza protezioni. Sia chiaro non voglio fare del terrorismo gratuito, ognuno è libero di proteggersi come vuole.

La mia idea è di prendermi il casco, obbligatorio certo, i guanti, una buona giacca, un paio di stivaletti e per ultimo un pantalone con delle protezioni. Perché così bardato? Ma che ne so, sarà che non voglio regalare all’asfalto nemmeno un centimetro quadrato della mia pelle. In realtà la ragione c’è eccome.

Un anno fa stavo andando ad unirmi ad un gruppo di amici che mi stavano aspettando per un ora felice (eppi auar). Pedalavo felice spingendo per bene sul pedale. Ma quanto sono bravo, guarda come spingo! Senti il quadricipite come pompa, tutta roba mia! Che fai? Nooooooooooo, sbammm! L’istante dopo sto volando con le braccia protese in avanti. Bello alto, volavo! Il sellino della bici è alto e quando capita di cadere, si decolla da quel punto.

Segue un ruzzolone sull’asfalto con la grattugiata delle sante manone che un istante prima tenevano il manubrio. Il primo pensiero è di togliermi dalla strada. Zoppicando e guardando in cagnesco il responsabile del mio volo mi tolgo dalla strada. L’ora felice è saltata! Ma cos’è successo? Un signore distinto ha visto un bel negozietto dove comprarsi la giacca e scendendo dall’auto ha infilato di taglio la portiera della sua BMW direttamente sul mio ginocchio destro.

Boia che male! Niente fratture, una settimana a casa con il ginocchio immobile e due settimane di astensione dalle attività sportive. Morale della favola? Mi ha preso di striscio a 30 km/h circa. Mi avesse preso in pieno, non voglio pensarci. IN BICI! Sulla moto c’è da tenersi la testa tra le mani. I 50 km/h sono una barzelletta, in città si va tranquilli a 60-70 km/h. Non voglio dirlo. Non dirlo. Il danno che fa una portiera a 70 km/h sul ginocchio? L’ho detto. C’è da meditare. Io mi copro!

Molti motociclisti osservano, con buon senso, che tanti investono il capitale nella moto e pochissimo nelle protezioni. E’ chiaro che nessuno vuole pensare di doversi far male e a maggior ragione, dico io, per aver meno rimorsi è meglio proteggersi.

I consigli che ho sentito mi hanno orientato verso un casco Arai: la qualità del prodotto sembra eccellente. Può darsi che un domani aggiunga una qualche parola in più. I guanti sono tanti e per tutti i gusti, ne ho preso un paio con le protezioni sulle nocche, falangi e polsi. Sto meditando per il giaccone. I prezzi su ebay sembrano meno cari dei negozi specializzati. Sono abbastanza titubante sulla scelta dello stivale. Per il resto ci penserò dopo.

Sto cercando la mia moto!

mercoledì 11 aprile 2007

L'occasione

Passando le serate tra le pagine web dedicate alle moto, tra un link ed un altro mi salta all’occhio un’offerta. Guarda questa! La vende ed è uno spettacolo! Pochissimi chilometri, prezzo stracciato! “Anno 2005, km 7.500, vendo tdm 900 grigio metallizzato, bellissima, come nuova” – le parole dell’annuncio. Chiamo, risponde una voce tipo Sandro Ciotti.

Il proprietario mi informa che non guida la moto perché gli piace di più lo scuterone. Lo stesso che ha distrutto in un incidente recente di cui porta ancora il gesso. Mi spiega che ha comprato la signora da un amico, ma proprio non gli piace lo stile di guida. Mi dice che è esposta presso un concessionario e la si può vedere in qualsiasi momento durante la settimana.

Saluto il venditore augurandogli pronta guarigione. Un po’ mi inquieta e mi lascia qualche perplessità. Alla fine scarto l’offerta, perché mi è scomodo il concessionario indicato e poi non ho capito bene il perché di due proprietari in soli 7500 km. La mia moto non vuole farsi trovare! C’è da dire che ho cercato di scegliere dei modelli non troppo vecchi, che, in caso di necessità, potrei ancora provare a vendere. Non avendo esperienza duratura con questo mezzo di trasporto cerco di mettere le mani avanti. E se non mi trovo bene? E se la moto non fa per me? Lo saprò solo guidando!

La telefonata

La telefonata. Navigando tra i siti dell’usato mi balza all’occhio un bel modello del 2005

“Km 18.000, in perfette condizioni pari al nuovo, mai incidentata e mai andata per terra. Cupolino +145 Yamaha, cavalletto centrale Yamaha, Colore Silver Tech.” – titola l’annuncio. Lo devo chiamare assolutamente. Ha anche un ottimo prezzo!

Chiamo il numero di telefono allegato all’offerta e mi risponde un signore gentile e pacato di nome Cristian. Mi spiega che vende la moto perché non riesce ad usarla molto da quando gli è nata la figlia. Ci scambiamo qualche frase sullo stato attuale della moto. Ormai aveva 2000 km in più rispetto all’annuncio. Rimaniamo d’accordo sul risentirci a distanza di tre giorni per confermare l’appuntamento che ci siamo dati. Finalmente potrò vedere questa meraviglia!

Tre giorni di penuria alla ricerca spasmodica di tutti i particolari che mi facciano capire lo stato la moto. Vedi post precedente. Ho una paura maledetta di beccarmi una fregatura, si tratta sempre di qualche migliaio di euro. Allora, la prima cosa da guardare sono i dischi. Ecco, mi devo ricordare i dischi e la catena, importantissima! Ah anche i gommini ed i terminali.

Controllare le forcelle, lo stato delle gomme. Guardare bene eventuali perdite d’olio sul motore, graffi, ammaccature, crepe. Aspetta! Ho dimenticato qualcosa? Ah, si, le luci e l’impianto elettrico, guardare la strumentazione. Chiedere se ha delle parti non originali e perché. Sento che mi manca qualcosa! Mi devo fare una lista? Mi faccio la lista delle cose da controllare. No dai, meglio farne a meno. Ormai sono giorni che mi riguardo le stesse cose, un po’ ne ho assimilate.

Mi venisse un accidente! Non sono patentato! Dici poco? E la moto chi la prova? Anche se la dovessi provare io, impacciato come sono, capirei ben poco del comportamento che ha sulla strada. Che faccio? Vado sulla fiducia? Fossi matto! Ehm, avete presente l’amico con il quale condivido lo spazio lavorativo? Sì, quello forte, quello con il vento nelle mani. “Telaio nero!” - mi dice. Insomma, è esaltato più di me e la vuole provare.

Chiamo Cristian per confermare l’appuntamento. E cosa mi dice sto pezzo d’uomo? “No senti, guarda. Ho parlato con la mia compagna e ho deciso di non venderla più. Scusa, mi dispiace! Sai, poi lei mi conosce e lo sa bene che se la vendo vorrò prendermene un’altra.” Ma porcaccia la #@#@#! Che dire? Sono contento che te la tieni stretta, perché è proprio bella! Cose che succedono. Roba da non credere!

Eh, porta pazienza. Ma io lo so! Lei è là da qualche parte che aspetta solo di essere trovata. Sbrigati!

venerdì 6 aprile 2007

Il mercato dell’usato

Il mercato delle moto usate è una bella cosa. Secondo me se hai un pizzico di buon senso ed anche un po’ di fortuna, trovi sicuramente quello che fa per te. I prezzi rispetto al nuovo sono decisamente competitivi. Non è tuttavia facilissimo valutare le offerte. Per comprare una moto usata si devono sapere un po’ di cose.

Ho fatto abbastanza in fretta a farmi un'idea, semplicemente cercando le informazioni in rete. Analizzando varie parti della moto usata è possibile capire se il venditore ci sta dicendo la verità ed eventualmente, trovando dei difetti, abbassare il prezzo di acquisto. Questo è importante. Vero? Del resto stiamo sull’usato per non sforare da un tetto di spesa che abbiamo fissato. Vorrei dare solo uno spunto a chiunque legga e voglia comprare un usato.

Cominciamo con la carrellata di verifiche sullo stato della due ruote. Una guardatina alla carena, alle bozze, alla vernice non originale, agli adesivi che nascondono graffi ci fa capire se la moto ha mai baciato l’asfalto. Lo stato dei dischi dei freni è importante: se sono molto segnati ed il contachilometri ci mostra 8000km ci dobbiamo insospettire. Qualche furbo potrebbe aver manomesso il numero di chilometri percorsi. Lo stesso vale per i gommini delle pedane: più sono usurati più la moto è vissuta.

L’usura non regolare dei pneumatici potrebbe rivelare problemi di trazione. L’usura della catena, della corona e del pignone ci indica la cura con la quale la moto è stata mantenuta. Se sono nuovi possiamo dire che non li dovremo sostituire nell’immediato futuro. Se le parti sono usurate possiamo chiedere di abbassare il prezzo perché le parti dovranno essere sostituite a pochi chilometri dall’acquisto.

La cromatura gibbosa dei terminali di scarico potrebbe nascondere della ruggine. Verificare l’impianto elettrico. Lo scorrimento degli ammortizzatori. La rumorosità del motore. Direi che per la parte meccanica può bastare. Non voglio affatto essere esaustivo, solo un assaggino. Date un’occhiata in rete.

Dopo aver visto lo stato della motocicletta, c’è da considerare la modalità di vendita. I concessionari per legge sono obbligati a fornire un anno di garanzia. Attenzione, il concessionario potrebbe vendere il veicolo in conto vendita e in tal caso non garantisce nulla.

Un bene è in conto vendita quando un privato detiene la proprietà del bene, ma demanda l’esposizione della merce ad un venditore autorizzato. Quindi il passaggio di proprietà avviene tra privati ed il venditore sistema i conti con il concessionario che ha esposto la merce. Se la moto che avete comprato ha dei difetti ed il venditore dopo il passaggio di proprietà non li vuole sistemare, NON avete nessuno strumento di coercizione nei suoi confronti. VI TENETE IL BIDONE!

Se è il concessionario che vende, allora le cose cambiano sia a nostro favore, perché saremo garantiti, sia a favore del concessionario che vorrà qualche soldo in più per la vendita. Questo aspetto può determinare lo scarto di un’offerta a favore di un’altra.

Una sbirciatina al libretto di circolazione ci fa capire in quante mani è passata la nostra moto. C’è chi cerca di mettersi in contatto con il proprietario precedente per sapere se la moto ha qualche difetto. Se si trova un interlocutore onesto allora tanto di guadagnato.

Infine, se tutto ci convince, dobbiamo stare attenti a non essere truffati durante il passaggio di proprietà. Se paghiamo prima che il notaio firmi l’attestato di proprietà che ci indica come proprietari del veicolo, il venditore potrebbe decidere di non portare l’attestato dal notaio e tenersi la proprietà più i nostri soldi. Questo è il caso del venditore truffaldino. Se invece il notaio ha apposto la sua firma e siamo già proprietari del veicolo, possiamo decidere di non pagare. In questo caso siamo noi i truffatori! Attenzione al reato penale.

E’ bene che dopo il passaggio di proprietà a nostro favore, il veicolo non rimanga in custodia nelle mani sconosciute. Eventuali multe arriverebbero direttamente a noi, non parliamo del caso in cui ci possa essere un incidente con dei feriti. La nostra assicurazione dovrà risarcire il danno procurato!

Posto qualche link di riferimento che mi sono stati utili per capire diversi aspetti dell’acquisto dell’usato

http://www.infomotori.com/a_122_IT_657_1.html

http://www.motoclub-tingavert.it/modules.php?pag=271

http://pages.ebay.it/buy/guides/consigli-acquisto-moto-usata/

un paio di link per i mercati online

http://www.moto.it/

http://www.motosupermarket.it/

Ottimo! Mi sembra di aver dato un’idea grossolana del mercato dell’usato in cui ho cercato la mia TDM 900. Che fissa! Insomma, ben capite che non è facile. Ci vuole pazienza per capire e tempo da dedicare. Poi saltano fuori dei termini che non conosco ed il divertimento è assicurato.

Cos’è un puntale? Guarda è questo pezzo fatto più o meno a vu che si monta in basso agganciato al motore... Ah, ho capito! Mai fatto caso che è lì! Ma a cosa serve? A niente? Osteria, ma allora perché lo fanno pagare così tanto? Come? Non capisco? Certo, hai ragione non ho la moto! Vabbé, vedremo.

giovedì 5 aprile 2007

Comprare la moto

Ok, stacchiamo per un momento la vena poetica. Comprarsi la moto non è facile! Prima di tutto, che moto compro? Bella domanda! Questa mi sembra bella. Guarda quest’altra, che spettacolo! Forse ho trovato un modo!

Chi sono? Se sai chi sei diventa più facile. Nel mio caso, nonostante il fuori giri dei motori sportivi mi mandi fuori dalle orbite, mi scatta il matto, sono una persona che preferisce viaggiare sportivo, comodo e possibilmente ben accompagnato.

E sì, la mia scelta non può prescindere dalla mia dolce metà con la quale siamo in comunione di sentimenti e di esperienze di vita. Così, mi è bastato guardare il casco nero sulla scrivania, quello vicino ai guanti sportivi del caro amico con il quale lavoro. E lui, conoscendomi - “La tua moto è il TDM” - disse.

Io lo so bene perché ha detto il TDM quel furbastro. Come non dargli ragione. Non è una moto da sparo, è una lama da viaggio! “Se vuoi andare in compagnia e non avere noie, prenditi il TDM 900” – aggiunse. Non sarò io a dargli il torto. Da lì in poi ho cercato di smentire il suo consiglio, ma fortunatamente non c’è stato verso.

Qualunque moto vedessi trovavo un qualche difetto: troppo piccola, ha gli scarichi sotto il passeggero, ha lo scarico laterale alto. Insomma, il risultato è che nessun modello nella stessa fetta di mercato mi toccava così profondamente come la TDM. Mi sono detto, vista la tua scarsa esperienza prenditi un usato per giocare e poi se tutto va bene ne prendi una nuova.

Sei veramente un pivello! Non hai ancora capito bene quello che vuoi, mi direi con il senno di poi. Ed il poi verrà presto.

mercoledì 4 aprile 2007

La sicura

“Domani ho la visita medica. Stai male? Ma nooo, mi sono iscritto alla scuola guida. Sto per fare la A3!” – discorso in pausa caffè. A3 che sarà mai!? La settimana dopo. “Ho comprato casco e guanti. Sono uno spettacolo! Fra qualche giorno ho la prima guida!” – sante parole.

Aspetta un momento. E’ fine marzo. Per fare la patente, per sentito dire, ci vuole un mese. Almeno, un mese ed un giorno per poter provare l’esame, poi se passano quelle due settimane in più non cambia la vita di nessuno. A maggio sicuramente la patente è già fatta. La bella stagione da girare in moto, andare al lago o in montagna è un attimo. Oggi sei qui, domani là e al ritorno si fa un’altra strada ancora.

“Ok, sei pronto? Premi bene le dita sulla superficie, non troppo forte e non ti agitare. Ora, sfila lentamente la sicura. Senti una leggera pressione vero? Adesso puoi fare due cose: la getti lontano da te e fa il botto oppure rimetti la sicura al suo posto.” – due commilitoni.

“CLACK

TINNN

EIH ….SSSSSSSTTTTTTT……………………………………………..

TOM……….

Toc…

tic…

CHE #$@#@ FAIIIIIII?

BOOOOOOOOMMMMM!” – sempre loro.


“MI COMPRO LA MOTO!!!” – io.

E già! Momento sofferto, ma è stata una sorta di liberazione aver acquisito la coscienza del desiderio che scavava lentamente un tunnel verso la luce, la boccata d’aria fresca. E’ proprio il caso di dirlo una grande voglia di libertà di movimento! E ora comincia la parte più bella di un amore che nasce. IL DESIDERIO! Sarà sofferto e goduto a pieni polmoni.

domenica 1 aprile 2007

Il ronzio

Anche oggi. Arrivo alla mattina ed è già bello zeppo di due ruote. Poi, con la luce mattutina mi sembra di vederle più tranquille, un po’ assonnate come lo è il sottoscritto nelle prime ore della giornata. Il sole mattutino le accarezza dolcemente e loro in cambio si mettono a luccicare mettendosi in mostra. Le guardo e non dico niente, ma già ci sto pensando.

Un mio amico lavora con me. Lui ha la moto. Lui ha il vento nelle mani. Ogni giorno vedo il casco nero sulla sua scrivania. Si, lì, casco e guanti sportivi. Lui è un manico in moto. Ha fatto le sue cavolate, ma ci sa fare. Le gomme della sua moto dicono che non si lascia spaventare dall’angolo di piega.

Io sono un poveretto. Continuo a reprimere la mia voglia di viaggio, di fuga dalla città piena di gas. E ci penso e mi ronza nelle orecchie e vedo gente che va in moto. E allora quasi quasi anch’io! Una di quelle che urlano. Di quelle sulla strada qua sotto, quelle che se ne vanno a casa a pausa pranzo con un ronzio sommesso. Sì, sempre le stesse che rientrano in modalità F16 con triplice scalata e motore a pieni giri. Un colpetto di polso per svegliare il traffico.

No, io adesso no. Non posso! Ma la miseria? Ma cosa dici? E pericoloso, e poi la mia ragazza? Ho paura di portarla con me e farle del male. Già, il buon senso!