giovedì 26 luglio 2007

Quando ci vuole …(19 luglio)

Ehm, come dire? Ho litigato con il fax ed il telefono per tre giorni. Non è che non conosca le loro funzionalità base, è solo che ero in attesa di un fax che avevo più volte richiesto insistentemente ad un ufficio per via telefonica. Ogni volta un operatore diverso, ogni volta a spiegare che alcuni miei dati in loro possesso non sono corretti e quindi si prega per tale motivo di aggiornarli come da conversazione telefonica. Una volta cade la linea, un’altra volta mi si dice di rimandare alcuni documenti via fax ad un altro numero. Ho mandato lo stesso fax a quattro numeri differenti. Qualche operatore ha persino detto – “I fax mandati al numero che lei ha usato hanno un giorno di ritardo prima che vengano visionati.” Panico!

Qualcuno mi ha spacciato un numero di fax nuovo, spergiurando che al massimo il documento ricevuto sarebbe stato visionato con tre ore di ritardo. Fino al punto in cui, il tutto era ormai quasi pronto e le mie continue, martellanti e petulanti telefonate hanno portato il vagabondare telefonico verso una meta parziale, ma non per questo meno importante. Ho avuto IL NUMERO di fax! Ricordo bene il magico momento di commozione che provai mentre lo scrivevo su un foglio di carta già pasticciato. Il pennarello con la punta fine sfiorava la liscia carta come una sorta di carezza e le cifre del numero si stendevano in rapida progressione ammiccando con un luccichio dorato. Quando composi il numero non ebbi la sorpresa di trovare la linea telefonica occupata ed il rapporto di esito positivo della trasmissione si arrampicò lentamente fuori dal fax appoggiandosi in bella vista teso come un soldato sugli attenti.

Passano 20 minuti e ricevo il fax di ritorno che tanto aspettavo! Le mie occhiaie erano nere come i fondi del caffé. Ma ne è valsa la pena di soffrire. Per cosa? Il foglio che avevo in mano era la somma di mesi trascorsi dal momento in cui ebbi l’idea di narrare la mia strana storia sul modo della moto con gli occhio di uno che ne è a digiuno da sempre. Con questo foglio posso finalmente andare dal concessionario a ritirare la bellissima TDM 900 nera come la mezzanotte. Il fax di ritorno è il documento di copertura assicurativa temporanea RC, il tagliando definitivo arriverà per posta.

E ti pareva che non trovo un altro inghippo. Il venditore, un certo Fabio della concessionaria Yamaha, è veramente l’opposto di quello che si può definire una persona disponibile. Chiedo cortesemente di poter ritirare la moto, notate bene pagata in contanti il giorno stesso in cui l’ho vista, e eventualmente venirmi un po’ incontro vista l’ora tarda in cui dovrei uscire dall’ufficio. L’appuntamento secondo il mister “tristezza e insoddisfazione” non poteva essere oltre le 18:10 perché la consegna del mezzo necessita di un po’ di tempo, qualche spiegazione e che 10 minuti di orologio diventano un problema visto che l’officina chiude alle 18:30. Scusate! Stronzo! L’ho detto! Con i soldi che ti fatto fare in tre giorni, mi vieni a centellinare su dieci minuti del tuo tempo che non vale la metà del tempo di uno che non fa nulla. Le tue esperienze di vita te ne renderanno merito.

In ogni caso, vista la situazione mi riorganizzo al volo e anticipo l’uscita, accompagnato dal moto tutor con il casco nero. Appena fuori dal cancello dello stabile dove lavoriamo, il tragitto diventa una corsa contro il tempo. E se non fosse stato per “quello là” che ha guidato la moto, non sarebbe stato pensabile arrivare per le 18:10 spaccate dal concessionario. Entrati, un cenno di saluto con il venditore che è impegnato con un altro cliente, intuisco che vuole fare l’indisponente fino in fondo. Finisce con calma con un cliente e passa subito al successivo, nel frattempo sono passati 10 min. Io ed il compare ci scambiamo battute acide alle spalle del simpatico amico, che spero vinca il Darwin Award. Un Darwin Award è un riconoscimento assegnato a qualsiasi persona che ha aiutato a migliorare il pool genetico umano "rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente stupido". E’ inutile dire di più, ha preso anche troppo spazio, e dunque finite le chiacchiere con il “musone” mi invita a scendere al piano inferiore, dove si trova l’officina, a ritirare la moto.

Scendiamo io e l’amicone che ormai è sulle spine almeno quanto lo sono io. “A proposito zio, ti devo sempre quella mega pizza!”. Chiediamo di Matteo e salta fuori un giovane dall’aria un po’ trasognata che ci accoglie gentilmente, nel mentre un suo aiutante accarezza la mia nera con un panno vellutato. E SUPERBAMENTE BELLA!!! Luccica in ogni sua parte. La spingono davanti all’uscita dell’officina e Matteo ci chiede se vogliamo qualche informazione in merito al mezzo. Chiaro che voglio sapere un po’ di cose e così lui ci dedica qualche minuto. La moto è un riflesso continuo, le lunghe marmitte cromate le donano un timbro delicato, il cruscotto è semplice e funzionale ed i comandi sul manubrio sono al posto giusto. Sei fantastica e misteriosa, voglio conoscerti!

Mi affido al provetto guidatore per portare la moto in cima alla rampa fuori dall’officina. L’uomo con il guanto nero mi chiede – “Sei sicuro di lasciarmi salire prima di te?”. Non ci penso un momento, in fondo è una moto non la mia ragazza e cedo volentieri il passo a chi ne sa di più. Parcheggiata la moto fuori dal cortile del concessionario, scatta la pagliacciata: foto di rito con tanto di filmato dove il sottoscritto recita in veste di giovane arrapato che fa il bambinone davanti al suo regalo. Bel momento ^_^ Ora le scimmie sono agitate più che mai! MOTO MOTO MOTO MOTO MOTO!!! Ci devo salire ed andare!!!

Finito il momento di ilarità mi proietto nella concentrazione necessaria per la mia seconda guida su strada con la moto. La prima era all’esame della patente. Parto e mi sento su una bicicletta, sinceramente mi aspettavo un mezzo più pesante di così. Tappa obbligatoria dal benzinaio. 20 Euro ben spesi! Procedo veramente in modo cauto ed un po’ insicuro in curva. Non ho ancora per nulla confidenza. Sto attento a non fare stupidate. Di tanto in tanto pasticcio con la frizione e la moto strappa un poco. Ha ragione, devo essere più delicato! E’ una sensazione stupenda stare seduti su una moto così. Di lei mi piace tutto! I dettagli rivelano la qualità del prodotto e io mi sento felice e previleggiato.

Ormai è passato qualche giorno dal ritiro del mezzo e lo spione del contachilometri segna più di 400 km di libidine trascorsa su due ruote. Sono in fase di rodaggio, quindi attenzione e prudenza. Ho finalmente la moto che tanto ho desiderato. Ora mi devo solo levare di dosso un’altra scimmia. Il rodaggio!!! RAGAZZI, CHE SPETTACOLO!!!

giovedì 19 luglio 2007

Aspettando la burocrazia

lunedì 16 luglio 2007

La prima legge della fisica

La prima legge della fisica - “L’acqua la va al bass.” - l’acqua va in basso, la citazione di folclore pronunciata tempo fa da un collega ci regala in questa occasione una bella perla. Ecco un breve aneddoto in cui un amico motociclista mi racconta un episodio che ha scaturito non poche ironie.

"
In compagnia della peggio marmaglia all’interno di un locale. Arriva uno del nostro gruppo.

- “Cosa stai bevendo? È analcolico?”
- “Siiiii, vai tranquo (non ti preoccupare) sto come sopra un binario”

La robaccia che bevevo era praticamente un bicchiere di alcool puro, fortuna che ho fatto solo due sorsi e poi l’ho mollato lì quello schifo. Il pomeriggio è un po fiacco. Passiamo un po’ di tempo nel locale, ma poi decidiamo di cambiare aria. Poche donne e troppa birra senza donne. All’uscita lo stesso di prima mi chiede di controllargli la catena che secondo lui fa un po’ troppo rumore. “3000 km mai ingrassata!” Appena finito di dirlo, scatta la rissa di rito per punirlo della mancanza nei confronti della signora e poi mi perdo via a cercare di ingrassare la catena con un lubrificante in spray.

Peccato che l’alcool e “l’ingrassamento” mi hanno un po’ alienato. Salto in sella alla moto, appena il tempo di fare un metro scarso ed inclinarla un po’ che sento qualcosa di strano. No, non può essere vero. La fronte si riempie di rughe, gli occhi strabuzzano fuori pieni di sangue, come quelli di Willy il coyote quando si becca le mazzate. Le mani si aggrappano al manubrio più che possono nel tentativo di raddrizzarlo. Il piede è già a terra piantato come un platano, la gamba sinistra richiama a sè il poco sangue rimasto nella testa. Tutto il corpo si contorce in uno sforzo esagerato per tenere la moto, sboffonchio dalla fatica comprimendo aria nei polmoni per bilanciare lo sforzo sovraumano, ma la moto non vuole raddrizzarsi di un millimetro.

Mi viene da urlare “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaa” come se saltassi fuori da una trincea in preda ad una crisi di protagonismo diretto verso il piombo che mi mitragliano addosso. Il quadricipite dà i primi segni di cedimento. Bestia, non può accadere, non così. Così è veramente triste. NOOOOOOOOOO!!!! BRAMMMM!!! Moto in terra. @#@&@$£%%#@!!!
Il blocca disco, che ovviamente arriva alla pinza non quando sei dritto, ma rigorosamente quando lo sterzo è chiuso e la moto cade per curvare mentre fa strada. Con il blocca disco al suo posto, di strada ne fa poca e la moto va giù come una birra ghiacciata nelle torride giornate estive.
Morale: la leva della frizione spezzata in due e il quadricipite sinistro che invece di 50cm ora è di 10-11 tanto è contratto ed infine un ginocchio sbucciato. Per il resto NO COMMENT!

P.S. ho appena ordinato anche il reminder per il blocca disco, è INDISPENSABILE.
"

Certo che anche tu hai voluto aspettare la seconda volta. La prima volta che hai dimenticato il blocca disco era di monito. Vista la storia, l’insegnamento che si può trarne è descritto dalla prima legge del motociclista, detta “della partenza”:
La moto con il blocca disco la va al bass ^_^

giovedì 12 luglio 2007

Le acque rotte


Due parole le devo spendere assolutamente. Mi dispiace della mia latitanza, ma una serie di eventi hanno sempre di più allontanato il tanto desiderato momento di salire in sella alla propria moto, che ho deciso di sospendere momentaneamente la narrazione per non subire ulteriore irritazione. In poche parole mi è capitata una serie sfortunata di eventi che non mi hanno permesso l’acquisto della moto e non volevo rimuginare ed appesantire il clima più del dovuto. Ad oggi la situazione è come narrato di seguito.

“Pronto, Luca?” – sto facendo una telefonata. “Pronto, un momento che glielo passo.” – mi risponde una voce giovanile e seria. Dall’altra parte sento il vociare diffuso in un ambiente aperto che si incanala nella cornetta abbandonata da qualche parte. Dopo pochi istanti si sente “Ah, già quasi mi dimenticavo. Lucaaa c’è un signore al telefono che ti cerca.”. “Se è per il TDM allora digli che l’abbiamo.” – si sente nitidamente dalla cornetta. “Pronto, ha chiamato per il TDM? Sì? E’ qui da noi può passare a vederlo quando vuole.” – mi risponde il ragazzo di prima e poi concludiamo la conversazione.

Sono al lavoro, la giornata non è finita, spero che non salti fuori una qualche grana che mi fa perdere l’occasione di vederla subito. La scimmia è sulle spalle! Si definisce scimmia sulle spalle la situazione in cui si brama ardentemente qualcosa e non lo si può avere subito. L’immagine da associare è un macaco o babbuino, dipende dalla bramosia, dispettoso ed esagitato che trovandosi sulle tue spalle ha la facoltà di farti qualsiasi cosa gli venga in mente. Infatti, levarsi la scimmia dalle spalle è un gran bel sollievo.

Con un paio di babbuini sulle spalle che suonano la mia testa come un tamburo, cerco di mantenere la concentrazione e portare a termine i compitini lavorativi. Ancora non mi rendo conto! La provvidenza sotto forma di amico, quel tipo con i guanti ed il casco neri, per il secondo giorno di fila si presta ad accompagnarmi fino alla concessionaria. Visto che non l’ho detto: Luca al telefono era il venditore della concessionaria Yamaha. Dicevo, la persona che mi accompagna, rigorosamente in moto, mette un sigillo di iniziazione che ricorderò per tutta la vita. La mia prima moto con il benestare di questo uomo qua!

Ha vissuto con me tutta la storiaccia, da quando mi sono iscritto alla patente fino al giorno della rottura delle acque. Semplicemente fantastico! Sì, il sogno sta per nascere. Manca veramente un niente, pochi giorni e avrò una moto nera, che sofferenza a trovare il colore. Pagamento effettuato, manca l’immatricolazione e l’assicurazione alla quale comunicare la targa PARI. Rimango in trepidante attesa, io e le mie due scimmie.
Ormai manca meno di una settimana ^_^