giovedì 17 aprile 2008

Mannara

Allora c’è da dire, c’è da dire…Allora è come se tutto fosse… Allora! E’ quello che volevo! Volevo un mondo nuovo e così eccomi servito. Un animale che a sentirne i giri al minimo preoccupa. Una forza spaventosa che già si intuisce nel ruggito sommesso che non si sottomette. E’ un avvertimento ed un invito. L’invito è quello di non esagerare, NON FARE CAZZATE, perché ti rovino! L’incerto e grintoso vociare a mille giri, il minimo sindacale, trasmette anche la magia che si scorge al di là della soglia: una divinatrice che danza irrequieta.

Un mondo fatto di vento e di artigli affondati nell’asfalto, tra una curva ed un’altra. Leggero e consistente incedere solcando la strada con decisione ed importanza regalata da un rombo meno discreto e sgarbato solo a discrezione del polso. L’incontro se vogliamo citare una strofa di una canzone “…è in un giorno di pioggia che ti ho conosciuto…” è più che appropriato.

E’ vero, pioveva quando ti ho agguantato e a sentire la tua voce ho capito che per ora è ben più grossa della mia e l’arroganza la devo lasciare da parte! Sei Mannara nell’anima ed io sono ancora umano!

Santa peppa quanto mi fai divertireeeeeeee!!! Manate di gassssssssss!!!

Nota doverosa! Per non privare d’animo la Mannara le è stata concesso in dono come privilegio assoluto il suo primo cavaliere “guanti neri e casco nero”. E’ proprio lui, da buon amico che è, che mi battezza le moto donando loro un’anima. Mi rimangono più a pelle quando mi ci siedo!

“Se non riesci ad uscire dal tunnel, arredalo!” Sto arredando il mio ah ah ah!!!

venerdì 11 aprile 2008

Numero 14.835!!!

14.835 tanti sono, o pochi per chi crede, i chilometri percorsi con la fata! Ebbene sì, non è più mia. Venduta! A Roma si direbbe che ho rosicato (mi rodeva). Prima di lasciarla mi piace ricordare l’ultimo lavaggio alla canna dell’acqua che le ho fatto. Un ultimo momento di intimità in cui ci siamo sfiorati nel profondo. Era splendida come sempre e quando, dopo averla asciugata e lucidata tutta, ho tolto il cavalletto per spostarla all’improvviso l’ho vista piangere! Certo, sono io che vedo le cose strane ed è vero. Sono così, che ci si vuole fare?

Mi ricordo che lavandola ho diretto il getto d’acqua proprio sugli specchietti e uno di questi era in posizione che non avrebbe mai potuto scaricare l’acqua attraverso uno degli appositi fori della conchiglia che stringe lo specchietto. Così, appena ho ripreso la posizione di guida, l’acqua ha sgusciato fuori come uno sfogo di rabbia ed incomprensione accumulate fino a quel punto e ha liberato la sua anima da un peso che si portava a presso. Perché le cose si sentono anche a pelle, lo sappiamo. Non le ho mai detto niente!

Il giorno dell’addio piangeva anche il cielo. La puledra nera, reattiva come sempre, mi ha portato a destinazione senza mai esitare e lì ho letto 14.835! Un bacio sugli occhi di lei dopo averla lodata in presenza di "guanti neri e casco nero" e via. Un caro ricordo riposto con cura nel cuore!

Poco dopo ho portato a casa un animale a stento domato ed infilato su due ruote: “Mannara!”. Ho già altre cose da dire...

martedì 8 aprile 2008

Me teo

“Oh raga, ci va male sta volta. Ve lo avevo detto che non era cosa. Ma lascia stare che come al solito non capisci. Vi dicevo che sarebbe stato brutto tempo, l’avevo detto, l’avevo detto, l’avevo detto. Occhi a me! Sorriso!... L’avevo detto he he!!!”

….aspettando Mannara ancora per un giorno…

venerdì 4 aprile 2008

Grazie!!!

Questo post ha un peso particolare nella mia vita di motociclista. Il mio istinto, buono o cattivo che sia, mi porta a separarmi dalla mia fata nera. Ed è una sorta di tragedia interiore se vogliamo, mi lascia un vuoto il pensiero che a breve non potrò più lavarle le carenature, lucidare le cromature e spruzzarla con prodotti di bellezza ad hoc. Ma questa è la parte superficiale, a dire il vero insieme a lei se ne vanno i presupposti miei personali per i quali ho deciso di farla mia. Se ne va una parte del mondo della mia sfera emotiva che non ha nulla a che vedere con la moto e che mi riservo egoisticamente di non svelare. Un passo dovuto!

A lei va il tributo di aver rapito il cuore di un giovane e di aver espanso in lui il concetto di libertà che fino a quel punto si era prodigato di apprendere.

A lei il primo momento in cui è stata battezzata da zio, casco nero e guanti neri, che prima di me ha avuto l’onore di cavalcare la puledra. E lo conosco verserà una lacrimuccia anche perché la sorte ha voluto che dopo di me non l’avrà lui tutta per sé (ci teneva).

A lei i complimenti per non aver mai tentato di tradirmi.
A lei un ringraziamento immenso per avermi ridato il piacere di stare spesso tra gli amici che sono lontani chilometri.

A lei tutta la passione che ho cercato di scrivere in questa sorta di diario sordo che mi piacerebbe rileggere un domani.
A lei i ricordi dei posti che per prima mi fece raggiungere: laghi, mare, monti e pianure.

A lei l’augurio di finire nelle mani di un negromante che le porti il rispetto prima di tutto. E fa piacere sentirsi dire da un venditore che sei bella e tenuta bene. “Tutte le moto dovrebbero essere tenute così, ma non sei tu la mosca bianca che l’hai tenuta bene…sono gli altri che sono delle mosche nere…” E le parole del meccanico che ti ha guidato in prova sono state orgoglio mio per te “Bella moto, tenuta bene ed apposto, non ha nulla fuori posto!”

Ed infine, le devo il risveglio di una parte istintiva di me che a questo punto non ho più voglia di domare e che venga fuori tutta!!!

Diario di bordo. Il 3 aprile 2008, oltre 14.200 km messi sotto le ruote nell’arco di nove mesi, è stato siglato il cambiamento e cambiamento sarà fino a prova contraria!

Grazie di tutto!!! Ispirato da te, il tuo manone.