lunedì 16 luglio 2007

La prima legge della fisica

La prima legge della fisica - “L’acqua la va al bass.” - l’acqua va in basso, la citazione di folclore pronunciata tempo fa da un collega ci regala in questa occasione una bella perla. Ecco un breve aneddoto in cui un amico motociclista mi racconta un episodio che ha scaturito non poche ironie.

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In compagnia della peggio marmaglia all’interno di un locale. Arriva uno del nostro gruppo.

- “Cosa stai bevendo? È analcolico?”
- “Siiiii, vai tranquo (non ti preoccupare) sto come sopra un binario”

La robaccia che bevevo era praticamente un bicchiere di alcool puro, fortuna che ho fatto solo due sorsi e poi l’ho mollato lì quello schifo. Il pomeriggio è un po fiacco. Passiamo un po’ di tempo nel locale, ma poi decidiamo di cambiare aria. Poche donne e troppa birra senza donne. All’uscita lo stesso di prima mi chiede di controllargli la catena che secondo lui fa un po’ troppo rumore. “3000 km mai ingrassata!” Appena finito di dirlo, scatta la rissa di rito per punirlo della mancanza nei confronti della signora e poi mi perdo via a cercare di ingrassare la catena con un lubrificante in spray.

Peccato che l’alcool e “l’ingrassamento” mi hanno un po’ alienato. Salto in sella alla moto, appena il tempo di fare un metro scarso ed inclinarla un po’ che sento qualcosa di strano. No, non può essere vero. La fronte si riempie di rughe, gli occhi strabuzzano fuori pieni di sangue, come quelli di Willy il coyote quando si becca le mazzate. Le mani si aggrappano al manubrio più che possono nel tentativo di raddrizzarlo. Il piede è già a terra piantato come un platano, la gamba sinistra richiama a sè il poco sangue rimasto nella testa. Tutto il corpo si contorce in uno sforzo esagerato per tenere la moto, sboffonchio dalla fatica comprimendo aria nei polmoni per bilanciare lo sforzo sovraumano, ma la moto non vuole raddrizzarsi di un millimetro.

Mi viene da urlare “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaa” come se saltassi fuori da una trincea in preda ad una crisi di protagonismo diretto verso il piombo che mi mitragliano addosso. Il quadricipite dà i primi segni di cedimento. Bestia, non può accadere, non così. Così è veramente triste. NOOOOOOOOOO!!!! BRAMMMM!!! Moto in terra. @#@&@$£%%#@!!!
Il blocca disco, che ovviamente arriva alla pinza non quando sei dritto, ma rigorosamente quando lo sterzo è chiuso e la moto cade per curvare mentre fa strada. Con il blocca disco al suo posto, di strada ne fa poca e la moto va giù come una birra ghiacciata nelle torride giornate estive.
Morale: la leva della frizione spezzata in due e il quadricipite sinistro che invece di 50cm ora è di 10-11 tanto è contratto ed infine un ginocchio sbucciato. Per il resto NO COMMENT!

P.S. ho appena ordinato anche il reminder per il blocca disco, è INDISPENSABILE.
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Certo che anche tu hai voluto aspettare la seconda volta. La prima volta che hai dimenticato il blocca disco era di monito. Vista la storia, l’insegnamento che si può trarne è descritto dalla prima legge del motociclista, detta “della partenza”:
La moto con il blocca disco la va al bass ^_^

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