domenica 1 aprile 2007

Il ronzio

Anche oggi. Arrivo alla mattina ed è già bello zeppo di due ruote. Poi, con la luce mattutina mi sembra di vederle più tranquille, un po’ assonnate come lo è il sottoscritto nelle prime ore della giornata. Il sole mattutino le accarezza dolcemente e loro in cambio si mettono a luccicare mettendosi in mostra. Le guardo e non dico niente, ma già ci sto pensando.

Un mio amico lavora con me. Lui ha la moto. Lui ha il vento nelle mani. Ogni giorno vedo il casco nero sulla sua scrivania. Si, lì, casco e guanti sportivi. Lui è un manico in moto. Ha fatto le sue cavolate, ma ci sa fare. Le gomme della sua moto dicono che non si lascia spaventare dall’angolo di piega.

Io sono un poveretto. Continuo a reprimere la mia voglia di viaggio, di fuga dalla città piena di gas. E ci penso e mi ronza nelle orecchie e vedo gente che va in moto. E allora quasi quasi anch’io! Una di quelle che urlano. Di quelle sulla strada qua sotto, quelle che se ne vanno a casa a pausa pranzo con un ronzio sommesso. Sì, sempre le stesse che rientrano in modalità F16 con triplice scalata e motore a pieni giri. Un colpetto di polso per svegliare il traffico.

No, io adesso no. Non posso! Ma la miseria? Ma cosa dici? E pericoloso, e poi la mia ragazza? Ho paura di portarla con me e farle del male. Già, il buon senso!

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