martedì 1 maggio 2007

30 Aprile 2007

Quello che dirò a molti potrà non piacere, ma non posso tacere il vero. Tardo pomeriggio del 30 aprile. Domani è il primo maggio, si sta a casa. La giornata lavorativa fila via liscia. Ormai siamo verso la fine, manca poco e usciamo. Il viale sotto il nostro stabile è sempre trafficato. Lo ammetto, ogni tanto passa qualcuno a giri decisamente spinti. Diciamo 10 mila. Qualche F16 e MIG22 che rientra sulle due ruote a pieno rombo, scalando di bestia per perdere quel tanto che basta a fermarsi prima del semaforo.

Di tanto in tanto si sentono anche bolidi in direzione opposta. La prima tirata, seconda sparata e terza in lontananza ad una velocità che si può solo immaginare. E quando dico immaginare è perché non li vedo più. Ok, colpevole! Lo ammetto, mi alzo e guardo il matto di turno che tira il motore della propria moto come se fosse in pista. Diciamo che ne ho adocchiato uno veramente allegro ed è quello che dà più soddisfazione. Matto da legare, arriva e se ne parte sempre a velocità pazzesche.

Un “pirata” della strada! E’ ormai un cliente affezionato! Lo si sente spesso quando se ne parte a pausa pranzo frustando di polso la sua Kawasaki da strada. Dicevo, pomeriggio tranquillo qualche moto che passa a pieni giri. La giornata è fosca dal mattino e avendo aspettato per tutto il giorno il cielo accenna timidamente qualche goccia sull’asfalto. Nell’aria si sente l’odore di temporale, quello che si impara da bambini e non si scorda più. L’odore che da ragazzo associ al disappunto dei genitori che ti squadrano quando rientri in casa tutto fradicio.

Ad un certo punto, ormai avendo fatto l’orecchio, si sente un’apertura di gas cattiva. Prima! Fino quasi al limite! Rapido l’innesto della seconda. Il motore non si rilassa e tira fuori i muscoli rapidamente, si gonfia, diventa pieno, cattivo, incazzato, strappa l’asfalto e urla come un guerriero che impugna una micidiale lama che sta per affondare il colpo finale! Lo sento, mi gaso in una frazione di secondo. SPAAAAAAK!!! Silenzio!

Non credo a quello che ho sentito! La moto è muta! Mi affaccio alla finestra e vedo una tanica contenente del liquido che corre lungo un tratto di carreggiata. La visibilità è ridotta a causa delle folte chiome delle alte piante che vedo dalla finestra. Uno specchietto nero che rotola e si posiziona in un punto ben visibile tra le chiome verdi degli alberi. Non ho parole! Il petto si stringe quasi a voler dar tempo di ragionare prima che si possa dire qualsiasi cosa. E’ chiaro che lo schianto è stato disastroso. Quel colpo, secco ed impietoso!

Un camioncino rallenta faticosamente poco oltre la tanica. Deve averla persa lui. Il conducente scende e corre in un punto di strada che non mi è possibile vedere. Il traffico decelera vistosamente. E’ quasi l’ora di punta. I minuti passano. Sembra di essere sul patibolo. Non vedo nulla, non per curiosità, ma per solidarietà mi piacerebbe capire come sta. Non oso associare il rumore che ho sentito con una probabile conseguenza. Devastante! Impietoso! Bastardo! Arrivano i vigili in un istante. A distanza di pochi minuti l’auto medica e l’ambulanza.

Il tempo scorre, non è possibile vedere oltre al camioncino parcheggiato e lo specchietto fermo in mezzo allo squarcio tra le foglie. Un uomo rimuove la tanica da in mezzo alla strada. I vigili si sbracciano dando indicazioni alle auto che devono transitare sul luogo dell’incidente. Si ferma qualche curioso. Un volpone alla guida di un’utilitaria tampona chi lo precede: la curiosità questa volta paga male. Passano diverse moto. Rallentano, probabilmente imprecano e riprendono la loro strada con rispettosa calma.

Saranno duecento metri scarsi in linea d’aria tra me ed il fattaccio. In ufficio la finestra è aperta. Si riprende a lavorare con il cuore in gola ed il pensiero coinvolto. Qualche minuto più tardi una spallata d’aria ci butta nella finestra un suono greve. Non si capisce bene cos’è! Un’altra spallata chiarisce il concetto. Un centauro mal concio che rantola dal dolore viene manovrato dai paramedici. Era meglio non sentire! Passano ancora pochi minuti e parte l’ambulanza a sirene spianate.

Esco dall’ufficio, in compagnia di un appassionato motociclista, vogliamo capire la dinamica dell’incidente. La moto non si vede. Possibile? Dove sarà la moto? Salendo su un muretto la visuale migliora di poco e si intravede una strana sagoma. Cambiamo postazione. Nera e verde! Azzo! Non può essere il Kawa! Una Kawasaki Ninja, sdraiata a pancia in su, lamenta vistosamente la lontananza del proprio centauro.

Fesso! Questa è il titolo giusto! Il tuo centauro è un fesso! Perché? Domani te ne stavi a casa in ciabatte tutta la mattina ed al pomeriggio andavi a farti il tuo giro in moto. Che cosa hai dimostrato? Che sei bravo a schiantarti contro un camioncino? Ne valeva la pena di spaccarsi in piena accelerazione? Sicuramente non sei un bravo motociclista, sei solo un coglione. Così come lo sono io ogni volta che mi emoziono a sentire gente come te che scanna il motore della propria moto in mezzo al traffico.

Mi dispiace, te lo dico con il cuore in mano, avrei voluto sentire entrare la terza. Vorrei saperti malconcio, ma recuperabile. Questa volta non ti sei proprio regolato. Chi lo sa? Forse l’eccessiva confidenza, forse l’asfalto truffaldino o la sterzata improvvisa del camion che ti precedeva. E’ chiaro che ora avrai maggior rispetto per la tua vita e per la signora che hai abbandonato sull’asfalto. Grazie! Grazie! Grazie grande così a te, che fai capire a pivelli motociclisti come me che ci vuole rispetto.

Rispetto per la vita! Rispetto per le persone che ti stanno attorno! Rispetto per il mezzo! Tu hai rispettato solo la stupida legge di chi si schianta per fare spettacolo! Ripensaci ed arrabbiati così come lo sono io con te! Pensa ai genitori, alla moglie o ragazza che hai! Non hai avuto misura!

Il cielo ti ha visto, ti ha aspettato, ma non ha retto la situazione e si è commosso in un timido pianto. Le lacrime scivolano sulla carena verde e cadono sul ruvido asfalto come a voler lavare la colpa di non aver potuto evitare. E’ andata! Ti auguro di recuperare in fretta ed imparare a pensare oltre al polso! Ciao Kawa!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Nun se fanno ste cose ... Annate piano che tanto se arrivate 5 minuti più tardi se fredda la pasta ma ve la mangate uguale...
Bella

manone ha detto...

Poraccio, chissà come sta...

manone ha detto...

Per il dovere di conaca, ormai a distanza di mesi non ho visto nessun mazzo di fiori. Il che mi fa supporre che starà pensando, alla peggio, ad una riabilitazione.